"PREDICATORI NATHAN"

"Tu sei quell'uomo!"

Come vivere questa Parola?
Tanto è facile cadere quanto è difficile riconoscere il proprio sbaglio. Lo sapeva bene il profeta Natan che viene inviato da Dio a Davide per riprenderlo nella sua colpa.
Natan si introduce con un aneddoto il cui protagonista, un riccone, approfitta sfacciatamente di un po-vero che possiede solo una pecorella a cui è molto affezionato. Il prepotente gliela sottrae per imbandire con essa un pranzo ai suoi ospiti. All'udire il racconto, Davide reagisce vivacemente e pronuncia un verdetto di morte contro l'usurpatore. Natan punta allora il dito dicendo: "Sei tu quell'uomo!".
"Sei tu!". Quest'accusa rimbalza lungo i secoli e ognuno di noi può sentirsene raggiunto. Sì, sono io quell'uomo che è tentato di sorvolare sui propri sbagli minimizzandoli.
Davide non si sente ?giocato', non si ribella, non discute. Abbassa il capo e umilmente riconosce: "Ho peccato!". Immediata è la risposta di Natan: "Il Signore ha rimosso il tuo peccato!".
Il perdono di Dio ci precede sempre. Basta che riconosciamo il nostro sbaglio e decidiamo di riprendere la via del bene. Sarà un cammino faticoso, perché la risalita costa, ma è all'insegna della misericordia di cui si è fatta esperienza, e quindi soffusa di gioia.
Ogni ritorno è tale, perché si conclude tra le braccia di un Padre di cui finalmente si è scoperto il volto.

Abbà Padre, Padre mio! Con quanta gioiosa riconoscenza torno a pronunciare questo nome gustandone l'intima dolcezza. Sì, Padre che ti chini con amore su questa tua creatura la cui strada è lastricata di infedeltà e di ritorni. L'amore che mi è dato di sperimentare alimenti in me sentimenti di riconoscenza verso di te e di misericordia verso i fratelli.